
Veliero in un mare tempestoso
Ivan Ajvazovskij, 1858, olio su tela, collezione privata

Qui è la lotta con se stesso del mare
che nelle cale livide si torce
si svelle dalla sua continuità,
s’innalza, manda un fremito e ricade.
Il mare, sai, mi associa al suo tormento,
il mare viene, volge in fuga, viene,
coniuga tempo e spazio in questa voce
che soffre e prega rotta alle scogliere.
Mario Luzi, Onde (da Onore del vero, 1957)
Ajvazovskij è considerato uno dei più significativi artisti marini dell'Ottocento, in Russia e nel mondo. Malgrado sia relativamente sconosciuto in Occidente, in Russia il suo nome è divenuto sinonimo di arte e bellezza, a tal punto che è stata coniata l'espressione “esser degno del pennello di Ajvazovskij”, utilizzata per indicare, in maniera aforistica, un qualcosa di assolutamente piacevole e delizioso. Nel corso della sua esistenza, l’artista ha realizzato circa seimila dipinti, la maggior parte dei quali è a tema marino. Il Museo di Stato Russo si riferisce a lui con queste parole: “Ajvazovskij è stato il primo - e, per lungo tempo, l'unico - esponente della pittura paesaggistica marina [...] tutti gli altri artisti che hanno ritratto paesaggi marini erano o suoi studenti oppure comunque sono stati influenzati dal suo stile”. Ajvazovskij è un artista che incarna quelli che sono i dettami dell’arte romantica e nella tela qui presentata lo si evince benissimo: la scena raffigura la natura nel suo essere sublime, nel suo lasciarci senza parole d’innanzi ad una forza e ad un’immensità rispetto a cui noi, piccoli e fragili esseri umani, diventiamo consci del nostro essere limitati, del nostro essere solo una minuscola parte del grande meccanismo che anima il mondo. Questa consapevolezza deve aver accompagnato nel suo viaggio la nave che viene collocata al centro della tela, una nave che si avvia verso nubi che all’orizzonte diventano sempre più dense e cupe. Il mare è agitato e l’imbarcazione subisce il rollio delle onde, inclinandosi pericolosamente sulla sinistra. Gli alberi del veliero sono posti lungo una diagonale immaginaria che risulta parallela a quella lungo cui si sviluppa l’onda in primo piano, illuminata dalla tenue luce del sole, che si fa largo dove le nuvole sono più rade. L’azzurro cristallino dell’acqua e i riflessi sulla schiuma candida vanno ad alleggerire la tavolozza cromatica della tela: il blu profondo che appesantisce il lato destro del quadro viene bilanciato dai colori più chiari e dall’inclinazione dell’imbarcazione e dell’onda che, tese a sinistra, riportano equilibrio a livello compositivo. La pennellata di Ajvazovskij è drammatica, così come la scena che viene raffigurata : la natura è presentata al culmine della sua potenza, quando nulla sembra arrestarla.