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Il seduttore

Renè Magritte, 1953, olio su tela, collezione privata

Il seduttore

Lieve la brezza, bianca la spuma volava,
Mentre la scia ci seguiva:
Per primi noi irrompevamo
In quel mare silenzioso.
Cadde la brezza e caddero le vele;
Fu triste quanto più non si può dire;
Parlavamo solo per levare
Il silenzio dal mare.
Tutto in un torrido cielo di rame
Un sole di sangue a mezzogiorno
Si ergeva a picco sull’albero maestro
Non più grande della luna.
Giorno dopo giorno, giorno dopo giorno,
Restammo senza un soffio di vento, un movimento;
Fermi, come nave dipinta
In un oceano dipinto.

Acqua, acqua in ogni dove / E non una goccia da bere.

Samuel Taylor Coleridge (da La ballata del vecchio marinaio, 1798)

Questa tela di Magritte è stata realizzata in diverse versioni nel corso degli anni ’50, ma le due più note sono sicuramente quella databile al 1950, oggi conservata al Virginia Museum of Fine Arts, e quella realizzata nel 1953 a Bruxelles, appartenente ad una collezione privata. Tutte le opere incluse in questa serie condividono lo stesso soggetto: “una nave dipinta, in un oceano dipinto” (v.s. poesia di S. T. Coleridge). Chiaramente ciò che stupisce è il fatto che l’imbarcazione sia costituita dallo stesso elemento su cui sta galleggiando, l’acqua del mare. Siamo nel mondo della surrealtà che non deve essere concepita come una realtà altra rispetto a quella che normalmente esperiamo, ma come la capacità di vedere quella che è la realtà quotidiana attraverso occhi diversi, in modo diverso. Il titolo del dipinto rimanda ad uno dei temi ai quali Magritte fa riferimento quando riflette sulla genesi delle sue opere: egli credeva che fosse “sbagliato confondere la realtà, che è il mondo nella sua totalità, con la possibile immagine di certe realtà, perché in quel caso un’immagine dipinta sarebbe stata giudicata come meno reale di un cannone o di una pagnotta”. Quanto alla sua pittura riteneva che non mostrasse “nulla di immaginario, ma la realtà totale, cioè con i suoi misteri e non separata da quest’ultimi. Vedere una barca sull’acqua è una visione della realtà scissa dai suoi misteri, mentre vedere l'acqua assumere la forma di una barca, è evocare il mistero e vedere l'acqua e la barca contemporaneamente”. Ciò che seduce, dunque, sono il mistero e le possibilità di visione che offre. Scrivendo ad un amico, Magritte disse come quest’opera rappresentasse la soluzione al problema dell’acqua, alla quale era giunto attraverso una “contemplazione irrequieta” che descrive come il disegnare ripetutamente una stessa immagine fino a che una linea casuale o una congiunzione di linee non avessero dettato la soluzione.

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