
Tramonto sul mare
Pierre Auguste Renoir, 1879, olio su tela, The Clark Art Institute, Williamstown

È ritrovata.
Che? – L'Eternità.
È il mare andato via
Col sole.
Anima sentinella,
Mormoriamo l'assenso
Della notte di nulla
E del giorno di fuoco.
Dai suffragi umani,
Dai comuni slanci,
Tu là ti liberi
E voli a seconda.
Poi che da voi sole,
Braci di raso,
Esala il Dovere,
Senza un: finalmente.
Là niente speranza,
Non c'è un orietur.
Scienza con pazienza,
Il supplizio è certo.
È ritrovata.
Che? – L'Eternità.
È il mare andato via
Col sole.
Arthur Rimbaud, L’eternità (1872)
L’eternità: il mare andato via col sole, il mare unitosi al sole. Non credo esistano parole migliori di quelle di Rimbaud per descrivere questa tela di Renoir, una tela che incarna tutti quelli che sono i dettami della pittura impressionista. Renoir è uno dei miei artisti del cuore, per la sua grandissima capacità di giocare con la luce ed il colore, che qui non viene smentita. Quest’opera è l’esatta manifestazione di ciò che gli impressionisti intendono quando utilizzano proprio il termine “impressione”: non è l’artista a dipingere il paesaggio, partendo da un’idea mentale, è quest’ultimo che si imprime direttamente sulla tela, mediante la forza della luce. L’artista, come la macchina fotografica, non è che il medium che consente quest’operazione. La pittura impressionista entra in competizione con la fotografia, nuova tecnica che consente di catturare immagini accurate della realtà: gli artisti decidono così di uscire dagli atelier per dare vita ad una pittura en plein air. Sembra quasi di scorgerlo, Renoir: davanti alla bellezza di un tramonto sul mare, non può rinunciare a cavalletto e tavolozza. Ed ecco che così la luce si depone sulla tela, per ricomporsi in puro colore, steso direttamente, senza alcun disegno preparatorio. La pennellata di Renoir è veloce e alterna tratti diversi: più lunghi e ampi per rappresentare le striature del cielo, più piccoli e fitti per ricreare il movimento delle onde e i riflessi che i raggi del sole creano sull’acqua. Le tinte usate sono prevalentemente l’arancione ed un blu violaceo, cromie complementari che creano uno straordinario gioco di contrasti in cui spiccano macchie di colore più chiaro che illuminano ancor di più la scena. A livello compositivo, l’opera presenta un punto di vista elevato: la linea d’orizzonte è creata grazie alla sola presenza di una piccola imbarcazione che separa mare e cielo, altrimenti indistinguibili. La barca restituisce all’osservatore un senso di scala ed è l'indicazione della presenza umana. Davanti a questa visione del mare non credo di poter dire nient’altro: Renoir mi lascia ogni volta senza fiato.