top of page

Thebe's revenge

Brett Whiteley, 1973, olio e collage su tavola

Thebe's revenge

M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco sospira l’acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d’argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?

Giovanni Pascoli, Mare (da Myricae, 1891)

Osservando la tela qui sopra, immediatamente si coglie una certa somiglianza con i tumultuosi notturni che incendiavano gli ultimi quadri di Vincent Van Gogh. Il mare è rappresentato nella forza delle sue onde turbolente con una pennellata che, nella sua precisione, è dinamica e decisa, tanto da evocare nello spettatore un sentimento di angoscia e paura che si ridimensiona solo nella calma del cielo stellato, rischiarato da una meravigliosa luna piena. Effettivamente, è Whiteley stesso a confermare l’influenza che su di lui ha avuto l’artista olandese, scoperto all’età di tredici anni quando, sul pavimento di una chiesa, ha trovato un libro d’arte che in copertina riportava proprio un’opera di Van Gogh. A proposito di questo, in un’esibizione tenutasi presso la Galleria d’Arte di New South Wales, Whiteley ha scritto: “Ho raccolto il libro e l'ho studiato per ore - mesi; ha completamente cambiato il mio modo di guardare il mondo. In effetti, la maggior parte delle visioni che seguono in questo libro (il catalogo della mostra) sono in realtà tentativi di mostrare a me stesso gli scorci e le invenzioni che hanno scatenato la mia immaginazione nel momento in cui ho iniziato a esaminare quel piccolo libro trent'anni fa. L'effetto immediato è stato un’elevazione della realtà, in quanto tutto ciò che guardavo ha assunto un’intensità – un’espansione ... ". La spiaggia ed il mare sono soggetti ricorrenti nell’opera di Whiteley che inserisce Thebes Revenge nella serie “Onde”. Soffermandosi con attenzione sulla tela, si nota come l’artista non si sia ispirato solo a Van Gogh ma anche alle xilografie giapponesi e all’uso della linea calligrafica, semplice ed elegante, tipica dell’arte orientale, tant’è che l’opera potrebbe essere affiancata, con le dovute accortezze, alla celebre “Grande Onda” di Hokusai. La tela è piuttosto grande (220 x 120 cm) ed infatti è stata realizzata nell’arco di otto anni.

Descrizione

© 2023 by Name of Site. Proudly created with Wix.com

  • Facebook
  • Instagram
bottom of page