
Paesaggio marino1
Gerhard Richter, 1998, olio su tela, Guggenheim Museum, Bilbao, Spagna

Il mare
sorride in lontananza.
Denti di spuma,
labbra di cielo.
cosa vendi, fosca fanciulla,
con i seni al vento?
Vendo, signore, l’acqua
dei mari.
Che cos’hai, giovane negro,
mescolato al sangue?
Porto, signore,
l’acqua dei mari.
Queste lagrime salmastre,
da dove vengono, madre?
Piango, signore,
l’acqua dei mari.
Cuore, e questa amarezza
profonda, da dove nasce?
Quanto è amara l’acqua
dei mari!
Il mare
sorride in lontananza.
Denti di spuma,
labbra di cielo.
Federico Garcia Lorca, La ballata dell’acqua di mare (da Libro de Poemas, 1919)
“È chiaro che i miei paesaggi non sono solo belli o nostalgici, romantici o classici, come dei paradisi perduti; sono soprattutto non veritieri (anche se non sempre ho trovato il modo di mostrarlo). E per non veritieri mi riferisco al modo glorificante con cui noi consideriamo la natura, la quale, in tutte le sue forme, è invece sempre contro di noi; poiché la natura non conosce alcun senso, nessuna pietà, nessuna simpatia. Non conosce nulla ed è assolutamente priva di ragione: la totale antitesi di noi stessi, assolutamente inumana”. Questa dichiarazione è stata fatta da Gerhard Richter, nel 1986: il suo parlare dell’elemento naturale come “menzognero” probabilmente deriva dall’alterità con cui la cultura di massa ha teso ad approcciarsi al mondo naturale; dalla diffidenza, dopo le due guerre, nei confronti di tutto ciò che è estraneo e sconosciuto, facendo sì che l’esperienza del reale sia sempre più filtrata e indiretta. Sul piano estetico-artistico, la produzione richteriana risente di questo clima culturale: la maggior parte delle tele dell’artista nasce da elementi fittizi, irreali, poiché egli dipinge a partire da fotografie, confluite organicamente a partire dagli anni Settanta in un immenso album chiamato “Atlas”. Le foto per i dipinti di questi paesaggi sono foto di luoghi specifici che Richter ha scoperto qua e là durante i suoi spostamenti. Quasi tutti i suoi paesaggi marini raffigurano motivi ottenuti attraverso la tecnica del collage: le sezioni con il mare e con le nuvole provengono da fotografie differenti che sono assemblate insieme. Il successo di questi dipinti scaturisce dall'aver trovato la giusta atmosfera tra le immagini che vengono combinate. In un paio di opere, Richter dice di aver usato due metà della stessa fotografia ritraente il mare; pur non considerandole completamente riuscite, dopo una visita di George Maciunas (artista e architetto lituano) che ne rimane estasiato, decide di tenerle, nonostante pensi siano piuttosto decorative. Nell’opera che qui è presentata possiamo osservare un mare tranquillo, dove piccole onde orlate di bianco si susseguono a poca distanza. Il cielo è sereno, non compare neanche una nuvola, mentre l’atmosfera è calma, rilassata, merito anche di una luce permette di soffermarsi sui dettagli candidi che emergono a contrasto con l’acqua.