
La spiaggia di Ambleteuse con la bassa marea
Théo van Rysselberghe, 1900, olio su tela, collezione privata

Passerà l'alba in un sogno,
al freddo freddo d'ogni casa
al solitario azzurro del mare.
E' nudo il mondo un'altra volta.
Erompa il cuore con la mela rossa
contenta d'esser dura.
In una selva molle di nuvole e di nevi
pozz'acre di verde si rimescola il mare.
Lo spazio smemorato si ridesta
tra lontananze ventilato leggero.
Alfonso Gatto, Alba (da Poesie, 1961)
Il quadro qui presentato risale ad un periodo importante della carriera di Théo van Rysselberghe, durante il quale iniziò ad allontanarsi dai metodi rigorosi e disciplinati del neoimpressionismo per sviluppare uno stile più individuale. Miraggio armonioso di pennellate colorate simili a gioielli, il presente lavoro fa parte di una serie di paesaggi marini che l'artista dipinse ad Ambleteuse, sulla costa settentrionale della Francia. Van Rysselberghe visitò la piccola cittadina per la prima volta nell’estate del 1899 ed il luogo divenne poi sua frequentazione abituale. La scena dipinta raffigura la foce del fiume Slack che si getta nel mare; la marea è bassa e tutto è avvolto dalla luce incantata del sole che sta calando. Questo paesaggio ha affascinato il pittore a tal punto da essere riproposto in diverse varianti, osservato con sguardo sempre nuovo e attento ai movimenti e alle dolci forme dell’acqua e agli innumerevoli giochi di luce che sulla sua superficie si vanno creando. La foce del fiume fornisce una cornice perfetta per l'artista: i piccoli affluenti d'acqua, frutto della bassa marea, creano un reticolo decorativo di linee e un contrasto sempre mutevole tra sabbia e mare. Nel 1901, l'artista scrive all’amico, artista e architetto belga Henry van de Velde: “[…]La serie di tramonti con la bassa marea con arabeschi d'acqua nella sabbia: tra le mie tele quelle credo siano le migliori”. La tela qui sopra presenta un’ampia gamma cromatica: il cielo, tra l’azzurro ed il verde nella parte superiore, assume al confine con il mare tonalità rosate che richiamano le nuvole, che si stagliano più in alto, ma anche i riflessi dell’acqua che illuminano un terreno altrimenti più scuro, dove il blu di fondo permette a piccoli tocchi di rosso e verde di emergere come timidi fiori che ricoprono tutto il suolo. La pennellata è precisa e abbastanza metodica: si tratta di macchie relativamente piccole di colore puro che creano un effetto quasi astratto, simile a un mosaico luminoso. Vi è un chiaro rimando in questo alla corrente del Pointillisme a cui Van Rysselberghe era stato introdotto dalla visione di Un dimanche après-midi à l'île de la Grande Jatte di Georges Seurat, all'ottava e ultima mostra impressionista a Parigi nel 1886. L’artista ha promosso con entusiasmo il movimento nel nativo Belgio, adottando questo stile nel proprio lavoro. Entro la fine del XIX secolo, tuttavia, l'entusiasmo di Van Rysselberghe per questo stile cominciò a scemare: il pittore cercava una rappresentazione più diretta e istintiva della natura. Adottando un approccio meno restrittivo e dogmatico alla tecnica puntinista, Van Rysselberghe iniziò ad applicare la pittura con pennellate più grandi e applicate in modo più rilassato, combinando i colori con una nuova libertà che si discostava dalla rigida ortodossia della teoria neoimpressionista. In questa tela il dettaglio compositivo si è dissolto in una visione di contrasti luminosi di colore puro che evoca il dolce movimento dell'acqua e gli scintillanti riflessi di luce.