
Giornata di fine inverno
Matteo Massagrande, 2019, olio e materiali misti su tavola, Pontone Gallery, Londra

Nel Paradiso ho disegnato un’isola
A te uguale e una casa sul mare
Con un grande letto e una piccola porta
Ho gettato un’eco nelle acque profonde
Per guardarmi ogni mattina quando mi sveglio
Per vederti a metà passare nell’acqua
e a metà piangerti nel Paradiso.
Odysseas Elytīsda (da È presto ancora, 2000)
Matteo Massagrande è un pittore padovano che, negli ultimi anni, ha operato principalmente tra l’Italia e l’Ungheria. È affascinato dai luoghi abbandonati, dagli interni di vecchie case disabitate e dalle suggestioni che queste evocano quando si ha la possibilità di esplorarle. Massagrande porta dunque avanti una ricerca sul campo che prosegue all’interno della tela, dove i luoghi chiusi sono visti come punti di partenza: le sue opere sono viaggi, percorsi da affrontare servendosi degli occhi e della memoria (e degli occhi della memoria), sentieri da inseguire e che molto spesso conducono al mare. In questo dipinto, la scena prende vita in uno spazio esterno, sul balcone di una casa: sulla destra si scorgono una porta finestra e i gradini che conducono alla terrazza piastrellata. È questo il luogo perfetto per contemplare il mare, ben visibile oltre la ringhiera in ferro battuto. Il quadro è estremamente luminoso e il candore delle pareti della costruzione riflette i bagliori argentei provenienti dalla grande distesa blu. Osservando la tela non si può non respirare un profumo antico, il sentore salmastro dell’acqua che si confonde con i segni del tempo che le abitazioni di Massagrande non nascondo ma esibiscono con fierezza, come rughe di un anziano che porta con sé la saggezza e la bellezza degli anni trascorsi, tracce di una vita vissuta che risuona anche nell’osservatore. Osservando quest’opera non posso fare a meno di provare nostalgia per qualcosa che non mi appartiene ma di cui sento la mancanza. È come se venissi trascinata in un vortice di sensazioni e di ricordi, di immagini potenti ma confuse che affiorano in me, memorie di un passato perduto che non conoscevo ma che, come in sogno, appare dinanzi ai miei occhi. Questa immersione interiore conduce ad una apertura, quella sulla terrazza. E qui ci accoglie il mare, luce che riporta alla realtà e che, dopo aver trattenuto il fiato, fa respirare a pieni polmoni.